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    Chiesa al Liverpool: cosa deve aspettarsi dagli arbitri in Premier League

    Dopo quattro stagioni con la maglia della Juventus, Federico Chiesa ha ufficialmente lasciato Torino per firmare con il Liverpool. Dopo la Fiorentina e i bianconeri, si tratta della sua prima esperienza all’estero. Tolte le coppe europee e i tornei internazionali, Chiesa non si è mai rapportato con arbitri che non fossero italiani. Cosa deve aspettarsi l’ex Juve dai direttori di gara della Premier League?

    Chiesa in Premier League: cosa aspettarsi dagli arbitri

    Bisogna partire dal presupposto che la Uefa sta facendo uno sforzo importante negli ultimi anni per uniformare il modo di arbitrare in Europa. Per far si che le squadre si trovassero bene nei vari tornei europei, quando si prende una direttiva su un particolare aspetto regolamentare, il presidente della commissione arbitri della Uefa Roberto Rosetti la gira a ogni federazione per uniformare l’arbitraggio. L’ultimo caso è stato quello della proteste all’Europeo in Germania concesse solo ai capitani: la direttiva di Rosetti è stata poi subito riportata anche in Italia tramite il designatore della CAN Gianluca Rocchi.

    Se guardiamo i dati delle ultime due stagioni di Premier League e Serie A, i numeri si avvicinano: 1542 le ammonizioni totali in Italia contro le 1568 in Inghilterra. La Premier League ha una media superiore di gialli per quanto riguarda gli attaccanti, 1,98 (328 gialli su 170 utilizzati). Mentre in Italia ci si ferma a 1,90 (300 su 164 utilizzati). Numeri che comunque rimangono simili. La vera differenza tra i due campionati sta a livello comportamentale. Ultimamente qualcosa è cambiato, ma, nonostante ciò, in Inghilterra l’arbitro rimane una figura quasi estranea alle varie polemiche post-partita. È meno sotto la lente mediatica, dei giocatori e dei club. Le due leghe si differenziano anche dal punto di vista dell’agonismo, maggiore in Premier. Non tanto per quanto riguardano i fischi, quanto più sulla mole di contatti punibili. Inoltre, l’ex arbitro inglese Clattenburg, insieme al designatore Webb, aveva annunciato cambiamenti, includendo un meno utilizzo del Var. E ciò si è visto nelle prime due giornate, c’è una reazione diversa sui contatti tecnici.

    Come si applica tutto ciò su Chiesa? In primis, la lingua non sarà un problema. L’ala italiana fin da piccolo ha studiato in una scuola internazionale di Firenze. Venendo al campo, avendolo arbitrato fin dai primi tempi con la Fiorentina fino alla Juventus, è sempre emerso come Chiesa è un calciatore corretto ma anche sanguigno. Ha un carattere che lo porta a essere sopra le righe, ma sempre nei limiti della correttezza. Dal punto di vista tecnico, è un giocatore difficile da arbitrare. Induce l’avversario a entrare e in quei casi l’attenzione è tutta verso il difensore essendo Chiesa molto rapido. 45 sono i gialli accumulati in carriera su 324 presenze (a partire dalla stagione 14/15 con la Primavera della Fiorentina). Mentre tre le espulsioni, due doppi gialli e una diretta. Solo un giallo nella scorsa stagione in 37 presenze. I dati confermano come sia un giocatore tutto sommato corretto.

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